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Prosecuzione del racconto di viaggio

INDIA - Le città sante del Nord

Prosecuzione del racconto di viaggio

Report 18

Sabato 22 settembre

Sveglia di buon mattino e lauta colazione.

Abbiamo in programma la visita del famoso Forte Amber il grande complesso fortificato dalle sfumature ocra-rosate che era sede dell'antica capitale dello stato di Jaipur. aggiungiamo il forte a dorso di elefante (ovviamente nel carrozzino): una escursione molto colorita, di sapore decisamente turistico! Attraverso la Surja Pol (porta del sole) entriamo nel grande cortile principale. Con noi c'è una guida (prevista dall'agenzia turistica per questa escursione) che parla anche un po' di italiano e durante la visita ci racconterà divertenti aneddoti, come ad esempio quello della Sala del piacere, nella quale scorreva acqua fresca attraverso un canale interno e l'aria che penetravanella sala con un ingegnoso sistema di aereazione creava di fatto una sorte di "aria condizionata" ante litteram.

Report 19Salendo la scalinata principale raggiungiamo il secondo cortile e la Diwan-IAm (sala delle udienze pubbliche), dalla quale attraverso un bellissimo portone decorato con mosaici e sculture (Ganesh Pol) accediamo agli appartamenti del maharaja, ricchi di pannelli intarsiati e soffitti a specchi Salendo ancora al quarto cortile raggiungiamo i ginecei, ossia le stanze delle mogli e concubine, collegati da un passaggio comune che consentiva al maharaja di dedicarsi con discrezione alle.visite notturne. Da quel punto la vista spazia sia sulle fortificazioni poste più in alto, sede delle soldatesche del sultano, che sul lago e sui giardini sottostanti.

Non c'è che dire, il sultano era veramente un grand'uomo!!! Conclusa la visita di Amber, rientriamo a Jaipur passando davanti all'Hava Mahal (Palazzo dei venti), forse l'edificio più caratteristico di Jaipur. E' una incredibile struttura in arenaria rosa lavorata delicatamente a nido d'ape (comprende quasi mille fra nicchie e finestre, tutte finemente lavorate a merletto), che si erge su cinque piani disposti a 11piramide. Sembra che venne fatto costruire dal maharaja Sawai Pratap Singh per consentire alle donne della corte, non viste, di assistere alle processioni e osservare dall'alto la vita quotidiana della città. Dell'edificio, che si affaccia sulla via principale della frenetica città vecchia, rimane solo la facciata e poco più. Una delle più interessanti attrazioni di Jaipur è sicuramente l'osservatorio astronomico, il Jantar Mantar, fatto costruire da Jai Singh, studioso di scienze matematiche e astronomia.

Report 20A prima vista le diverse costruzioni sembrano delle strane sculture, ma in realtà ognuna di esse ha uno scopo ben preciso, ad esempio calcolare la posizione delle stelle, l'altitudine e l'azimuth, oppure le eclissi. Pur essendo poco pratici di astronomia, rimaniamo attratti e incuriositi, malgrado il caldo ed il sole a picco! Salutata la guida e ritrovatici con Mohan, decidiamo di farci accompagnare da Anokhi, che abbiamo letto sulla guida essere un lussuoso negozio dove vendono tessuti di qualità eccezionale: stoffe, tovaglie, sciarpe e ottimi abiti da donna in stile indiano. E' il regno di Dinda, che si eccita alla vista di così tante belle cose ed acquista una tovaglia per Checco oltre a due bei vestiti indiani. In realtà, avrebbe voluto acquistare tanto, tanto altro.

Dopo Anokhi, ci facciamo lasciare nel bazar della città rosa: un intrico di viali con i porticipieni di botteghe che vendono abiti e tessuti di tutti i colori: giallo, arancio, verde, rosso, ma anche gioielli, pietre preziose, oggetti di artigianato. C'è una ressa incredibile e tutti cercano di fermarci per invogliarci a comprare qualcosa; alla fine, acquisto la tipica kurta in cotone bianco ed un paio di sandali, ma certo sarebbe stato bello acquistare un pò di stoffe colorate. Riusciamo con qualche difficoltà a ritrovarci con Mohan al parcheggio dove ci attendeva per accompagnarci a casa di Karni Singh, il tour operator titolare della Popular India Vacations. Karni aveva previsto un invito a cena insieme ad altre due coppie di italiani, invito che però decliniamo anche per la stanchezza.

Ci riceve nel salotto della sua casa con la moglie e le figlie che ci offrono un bel bicchiere di birra con patatine; regoliamo i conti saldando l'importo concordato. Salutandoci, la moglie di Karni ci regala, per ricordo, una bella e colorata tovaglia con tipici disegni indiani. Rientriamo in Hotel, dove decidiamo di consumare una lauta e meritata cena.

Report 21Domenica 23 settembre
Partenza per Agra, dove visiteremo il fatidico Taj Mahal! Anche questo è un trasferimento abbastanza impegnativo (sono più di 230 km.), anche se sono previste due tappe intermedie: una a carattere archeologico e l'altra naturalistica. Facciamo colazione insieme alla coppia che avevamo conosciuto la sera prima da Karni; sono siciliani ed anche loro partono per Agra dopo aver fatto il tour del Rajasthan (da Agra si trasferiranno a Varanasi in treno viaggiando di notte in carrozza letto!!), mentre l'altra coppia (due ragazze di milano) sta rientrando da Varanasi, dove ci dicono di aver purtroppo incontrato due giorni di pioggia..

Dopo circa 100 km. facciamo una prima sosta "fisiologica" presso una specie di centro commerciale con annesso "bazar", ma decidiamo di non farci prendere dalla frenesia degli acquisti e ci limitiamo a consumare un sacchetto di patatine. Percorsi altri 90 km. circa tra file interminabili di camion (ma quanti ce ne sono in India???!!!), ci fermiamo a Fatehpursikri, una antica città fortificata che per un breve periodo fu la capitale dell'impero moghul durante il regno dell'imperatore Akbar. Dichiarata sito Patrimonio dell'umanità, Fatehpursikri è un vero e proprio capolavoro dell'arte indo-islamica: nel complesso sorgono una splendida moschea e tre palazzi per ciascuna delle sue mogli preferite, una hindu, una musulmana e una cristiana.

Report 22Nell'ampio cortile della moschea (Jama Masjid), caratterizzata da elementi architettonici persiani e indiani, spicca una splendida tomba in marmo bianco accessibile attraverso una porta in ebano. All'interno ammiriamo diversi dipinti murali a motivi floreali ed un baldacchino decorato con conchiglie in madreperla. Il primo edificio che compone il complesso dei palazzi è anche il più grande: si tratta del Palazzo di Jodh Bai, che un tempo era la dimora della moglie hindu di Akbar che si dice fosse la sua favorita. Gli altri due palazzi erano invece le dimore della moglie cristiana Marian, originaria di Goa e della moglie musulmana di origine turca, Molto interessante, per la beatitudine degli occhi ed il riposo della mente, è il verdeggiante Cortile dei Pachisi, dove sembra che Akbar giocasse appunto a pachisi, un antico gioco da tavolo, utilizzando giovani schiave al posto delle pedine.

Una particolare curiosità è suscitata invece dal Palazzo del Tesoro, contenente delle casseforti segrete in pietra in alcuni degli angoli. Lasciamo Fatehpursikri per dirigerci al Keoladeo Ghana National Park di Bharatpur, che è considerata una delle riserve avifaunistiche più importanti al mondo per l'allevamento e la riproduzione degli uccelli. Facciamo i biglietti d'ingresso e prendiamo un ciclo risciò per fare il giro del parco pensando che si tratti di una escursione di un'oretta, ma scopriamo invece che per visitare il parco e vedere qualcosa di interessante sono necessarie almeno 3/4 ore!! Non abbiamo tutto questo tempo a disposizione e dobbiamo perciò limitarci, con sommo dispiacere, ad una brevissima escursione che ci consente di avvistare soltanto una coppia di cervi, qualche scimmia ed un bel cormorano con le ali spalancate.

Report 23Un po' poco, veramente, e chissà cosa penserebbe di me il mio amico zoologo Bruno Cignini se sapesse che ho praticamente snobbato questo parco! Arriviamo ad Agra che sono le 5,30 del pomeriggio e prima di andare in albergo chiediamo a Mohan di portarci a vedere il Taj Mahal al tramonto. Attraversiamo il ponte sul fiume Yamuna e percorriamo un sentiero che ci porta fino alle sponde del fiume stesso; qui, un centinaio di persone sostano in un atteggiamento quasi meditativo ed all'improvviso, di fronte ai nostri occhi, appare in tutto il suo splendore l'affascinante sagoma del Taj Mahal! Ci stropicciamo gli occhi e ci sediamo anche noi ad ammirare quello che da molti è considerato l'edificio più bello al mondo e che il poeta indiano Rabindranath Tagore descrisse come "una lacrima sulla guancia dell'eternità".

La cosa che maggiormente mi ha colpito, di fronte a quella visione, è stata la sensazione di silenzio e di raccoglimento: era talmente bello, alla luce lievemente rosata del tramonto, che mi sembrava non ci fosse più nessuno intorno ed il Taj Mahal fosse lì soltanto per me. Con negli occhi ancora la visione del Taj, raggiungiamo il nostro albergo, il Clarks Shiraz, un hotel a cinque stelle di classe veramente superiore. Abbiamo appena il tempo di disfare parzialmente le valigie e fare una passeggiata fra le boutiques dell'albergo (frequentato da molto turisti asiatici) che si è fatta ora di cena. Insieme a Mohan raggiungiamo un ristorante poco distante dall'albergo stesso dove, consigliati anche da Mohan, ordiniamo "dal tadka", "navratan korma" e paneer naan. La compagnia di Mohan è discreta e comunque ci permette di imparare qualcosa in più della cucina indiana, oltre a gustare ottimi cibi.

Il racconto continua...

 

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